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martedì 28 luglio 2009

Testimonianze: Armando - Liberato dalla droga

Liberato dalla droga.
Mi chiamo Armando, ho 31 anni e circa 10 anni della mia vita li ho trascorsi nella sofferenza della droga.
La mia è stata un'infanzia difficile, convivendo con i continui litigi dei miei genitori, e quando i miei decisero di separarsi il mio cuore venne colpito da un dolore profondo.
Crescendo, provavo invidia verso i miei amici, perché vedevo che avevano famiglie unite e desideravo averne una anch'io.
Un giorno mia mamma fu colpita da un guaio giudiziario e io dovetti andare a vivere con una mia zia. In quello stesso periodo mio padre iniziò a bere ed entrò nel tunnel dell'alcool. Questo era un altro dolore che si aggiungeva al mio stato di sofferenza.
Man mano che crescevo, ormai ero un giovanotto, cresceva anche un senso di ribellione in me e un senso di disprezzo verso la vita e verso i miei genitori, e tante volte ho desiderato non esistere.
Immancabilmente, frequentando la strada e la mia compagnia, si presentò la droga. Avevo poco più di 16 anni e iniziai a provare i primi spinelli e, man mano che crescevo, avevo in me il desiderio di andare oltre.
Iniziai a provare droghe diverse, come cocaina, "trip", allucinogeni e prendevo anche pasticche di ecstasy. Iniziai poi a frequentare varie discoteche di Riccione e di altri posti, spacciando droga.
Un giorno, avendola in mano, venne in me il desiderio di provare l'eroina: è lì che iniziò la vera sofferenza, sia fisica, che mentale, presi a bucarmi e ad isolarmi dal mondo.
Man mano che andavo avanti, quella sostanza si impadroniva sempre più della mia vita. Questo è durato per circa dieci anni; ormai mi ero rassegnato che quella doveva essere la mia vita e la mia fine.
Io stesso non avrei scommesso una lira su di me, perché senza la dose quotidiana ero incapace pure di camminare.
Ho provato varie volte a smettere, persino riuscendoci per brevi periodi, ma in quel tempo mi mancava la sostanza e c'era un vuoto in me incolmabile.
Un giorno, mentre ero nella mia stanza, nei miei viaggi verso l'inferno della droga, mia mamma mi invitò ad andare a casa di mia zia, perché li c'erano delle persone che pregavano.
Accettai di malavoglia, ma poi, a casa di mia zia incontrai delle persone che mi hanno parlato di Gesù come un vivente che mi poteva liberare dal mio stato pietoso.
Così fecero per me una semplice preghiera e uno di loro mi regalò pure una Bibbia. In quei momenti sentii l'amore che quelle persone avevano e il loro peso per il mio problema.
Anche in me avvenne qualcosa che non so spiegare e uscendo dal quel luogo non vedevo l'ora di arrivare a casa mia.
Non so cosa mi stava succedendo, ma appena arrivato nella mia stanza presi l'altra droga che mi era rimasta e la scaraventai con tutta la mia rabbia dalla finestra, poi mi inginocchiai e chiesi a Dio di liberarmi da quel laccio che mi teneva legato.
La mattina seguente mi svegliai diverso e veramente sentivo la presenza di Dio su di me e, man mano che i giorni passavano, iniziai a disprezzare la droga e la persona che ero stato.
Sono trascorsi diciotto mesi da quando ho smesso e sono veramente grato a Dio perché la Sua presenza è sempre più tangibile nella mia vita.
Oltre a essere stato liberato dalla droga, la mia vita è in pace con Dio e verso il prossimo. Non ho più confusione nella mente, il mio punto di riferimento è Cristo Gesù ed ogni mio problema lo metto davanti a Lui.
Posso veramente dire che mi sento rinato e sono circondato da persone che mi amano e mi stimano.
Frequento anche una chiesa cristiana evangelica e il Signore ha messo nel mio cuore la compassione per i disadattati, infatti sono collaboratore di un'associazione, "Progetto Kades", per il recupero degli emarginati. Sono grato a Dio per tutto ciò.

Tratto da www.incontraregesu.it

Testimonianze

Davide - Consolato nell'afflizione

Testimonianze: Davide - Consolato nell'afflizione

Consolato nell'afflizione

E’ un onore poter riscrivere la mia testimonianza ed avere l'opportunità di dare, grazie a Dio, speranza e incoraggiamento a chi ne avesse bisogno.
Mi chiamo Davide, vivo a Sesto San Giovanni (Milano) sono nato il 22/09/1971 e dall’età di 16 anni, cioè dal 3/07/87 convivo, abbastanza bene, con una emiparesi sinistra causata da un trauma post-operatorio dovuto ad un'asportazione tumorale (gangliglioma - 17 casi in Italia) nella zona cerebrale destra.
Da allora la mia vita è cambiata!

Da giovane sportivo, ma ribelle, con un probabile futuro incerto, difficile e senza un vero scopo, divenni disabile, ma scoprii in seguito di aver acquistato una sensibilità particolare, una forza ed un coraggio incredibili!
Sempre pronto ad accumulare dentro di me l'aiuto, l'affetto, l'amore da parte di tutti (era gia la bontà di Dio che stava operando in me), non finirò mai di ringraziare Dio, la famiglia, gli amici.
Subito dopo essere uscito dall’ospedale, passai circa 10 anni a lavorare duramente a fare la riabilitazione, cose che mi portarono ad essere totalmente autonomo.

Furono però anche anni di sbandamento, in cui non s’intravedeva alcunché di positivo. Ricordo che furono molto bui, pieni di solitudine e di rabbia verso tutto il mondo e la famiglia.
Eppure, quei semi che Dio aveva seminato durante il mio periodo in ospedale, in fondo al mio cuore, cominciarono a crescere stimolando il mio desiderio di poter ripagare quell’amore ricevuto aiutando, a mia volta, il prossimo. Così, nel gennaio del 2001 la mia vita cambio di nuovo.

Infatti, un’amica conosciuta in circostanze davvero strane, mi fece incontrare l’unica persona che mi avrebbe riconciliato con la mia malattia, trasformando la mia rabbia in amore, dandomi la possibilità di aiutare il prossimo per mezzo Suo, ma soprattutto conobbi il Suo amore… il suo nome è Gesù.
Gesù è veramente un amico, un fratello; è colui che illumina la nostra vita dandoci uno scopo, ed è colui che attraverso il Suo amore ci dà la forza per superare ogni ostacolo e ogni barriera culturale e psicologica, riempiendoci di nuova gioia, speranza e guarigione!

Con la mia vita e con queste righe vorrei dire a tutti i diversamente abili, o chi sta passando un periodo di sofferenza, di andare oltre le circostanze e le afflizioni, non lamentandosi contro chi ci circonda e contro Dio, ma di confidare e di accedere completamente a quell’Amore che il nostro Padre Celeste ha per noi.
E’ infatti dando più spazio alla grazia di Dio e al suo amore paterno nel nostro cuore che si può vivere “come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!” (2a Corinzi 6:10).

Possiamo danzare “..Egli mutò il mio lutto in danza” (Geremia 31:13), possiamo praticare sport o intraprendere viaggi missionari, sono stato in Albania nel 2006 con Joni and Friends (www.jafitalia.it), in Argentina nel 2004 e nel sud-est asiatico nel 2005 con Missione Possibile Onlus (www.missionepossibile.com).
Possiamo frequentare corsi come volontari ospedalieri, o semplicemente vivere al centro e non ai margini della società, godendo della comunione con Cristo e con i fratelli di quella che diventa una nuova famiglia: la chiesa.
Ma sopra ogni cosa, vi invito a condividere la grazia del nostro Signore servendolo e benedicendo il prossimo come sta scritto nella Bibbia, in 2a Corinzi 1:4 "...il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione".

Shalom a tutti voi.
Davide (giobbe3787) - www.cristianamenteabili.blogspot.com